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INNOVAZIONE - AGILITÀ E RAFFORZAMENTO ORGANIZZATIVO

Costruire imprese robuste: nuove competenze e nuove figure professionali

Le prime imprese ad investire nelle tecnologie digitali e di Industria 4.0 hanno un importante punto comune di partenza: l’aver costituito solide basi di lean production e di lean organization (De Toni, Panizzolo, 2018). Il lavoro manageriale svolto negli anni scorsi ha reso le aziende pronte ai successivi cambiamenti liberandole dalle attività che rallentavano i processi operativi e rendevano meno chiare l’assunzione di responsabilità. I processi non soltanto sono stati resi più snelli, ma anche flessibili e agili creando di fatto le condizioni per avviare un nuovo ciclo di cambiamenti inaspettati nella sua ampiezza e profondità.

L’introduzione delle nuove tecnologie ha rimodulato forme organizzative e organizzazione del lavoro. Questo percorso ha trovato il suo inizio all’interno delle fabbriche con il ridisegno e l’arricchimento di ruoli e mansioni grazie alla diffusione di devices e interfacce digitali dando vita alla figura dell’operaio aumentato (Magone, Mazali, 2016). L’introduzione di nuovi macchinari ha, inoltre, migliorato i contesti lavorativi, le condizioni di lavoro e gli aspetti di ergonomia.

L’effetto sistemico delle nuove tecnologie si è presto esteso agli altri processi aziendali.

Spesso sono state create nuove posizioni tecniche e manageriali nell’organigramma per sostenere e implementare l’innovazione di processi, prodotti/servizi così da cogliere le opportunità che si stavano delineando. Ad esempio le imprese per aprire o potenziare il canale dell’e-commerce hanno inserito nuove figure professionali dedicate alla comunicazione digitale così come in precedenza avevano assunto tecnici specializzati nelle tecnologie digitali, spesso difficili da reperire nel mercato del lavoro.

Rafforzamento organizzativo e gli investimenti in ricerca applicata

I segnali di rafforzamento delle capacità organizzative delle imprese trovano conferma anche in un’ulteriore modalità di presidio delle nuove competenze necessarie per innovare: acquisizione di imprese del territorio specializzate nelle nuove tecnologie, l’avvio di start-up interne per sviluppare nuove soluzioni digitali di intelligenza artificiale, l’assorbimento di spin off di origine universitaria.

In attesa di studi più ampi sembrano emergere nuove modalità di relazione tra imprese innovative e territorio in cui le prime stanno sperimentando forme di equilibrio tra controllo e autonomia dell’innovazione fino a poco tempo fa proprie soltanto delle grandi imprese. Sembra tuttavia emergere la necessità di costituire un nucleo interno di competenze digitali al fine di diminuire la dipendenza da fonti esterne.

Nelle imprese più strutturate il successo dell’innovazione di prodotto ha favorito sia lo sviluppo di nuove business unit in cui sono allocate risorse materiali ed immateriali dedicate sia il ridisegno dell’intero processo di innovazione. Inoltre, l’introduzione delle tecnologie 4.0 ha accentuato la necessità di collaborazione interfunzionale che ha favorito l’introduzione di nuovi sistemi di comunicazione user friendly e di metodologie di programmazione agile.

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Elementi per un nuovo Agire Manageriale

Le nuove tecnologie digitali costituiscono una discontinuità non soltanto tecnologica e organizzativa, ma soprattutto di approccio e mentalità in quanto hanno e probabilmente continueranno ad avere cicli di vita sempre più brevi. Afferma Taisch (2019) che uno dei fattori più importanti per il successo delle aziende manufatturiere è costituito dall’“apertura mentale verso il cambiamento continuo e capacità di trasformazione che mettono costantemente in discussione lo status quo e avviano il trasferimento di conoscenze da altri campi” e conclude “la consapevolezza di non avere il dominio, la “padronanza completa” di una tecnologia sarà una sfida anche per il management: la necessità di coinvolgimento e ascolto dei dipendenti sarà ancora più urgente”.

Nei tempi esponenziali uno dei maggiori rischi nell’azione manageriale è quella di credere di sapere quando non si sa (Piattelli Palmarini, 1993). Pertanto l’invito a ascoltare e coinvolgere i collaboratori è ancor più importante per far leva sia sull’intelligenza collettiva sia sui “corporate rebels” le persone che riescono a trovare e porre in essere soluzioni innovative (Gino, 2019). Le organizzazioni, infatti, si rafforzano quando il management crea fiducia (Taish, 2019): la capacità di creare catene di fiducia interne ed esterne all’impresa diventa un collante tra proprietà, management, collaboratori e stakeholder (finanziatori, sindacati, territorio, fornitori, reti di vendita e clienti). In alcune imprese il management ha coinvolto i collaboratori nelle scelte e nelle modalità di implementazione delle nuove tecnologie per rinforzare la coesione interna e far sì che il numero più ampio di persone si senta parte integrante e attiva delle strategie aziendali.

La fiducia ha rilevanza per altri tre pilastri nel rafforzamento dell’impresa:

  1. Nei processi di acquisizione e applicazione di nuove tecnologie “il cambiamento .. è un percorso collettivo in cui spesso emergono problemi nuovi, talvolta imprevisti e inaspettati. …Risolvere problemi complessi …deve costituire una competenza diffusa e radicata nelle imprese. Capacità di individuare e riconfigurare i problemi e di risolverli secondo metodi condivisi, basati sull’utilizzo e l’interpretazione dei dati (e non soltanto sulle esperienze pregresse), diventa una skill critica per il successo dell’impresa (Taisch, 2019)
  1. La diffusione della delega: la facilità di accesso e di diffusione delle informazioni possono portare a un accentramento delle decisioni soprattutto quando sorgono problemi inaspettati. Per il management sarà rilevante avere ben chiaro il confine tra area di autonomia dei collaboratori e ambiti di diretto intervento. Il rischio è il sorgere di una nuova fonte di conflitti.

La costruzione di un sistema di relazioni con gli stakeholder presenti nelle imprese e nel territorio (sindacati, autorità locali, ecc.)

Bibliografia

A. De Toni, R. Panizzolo, Sistemi di gestione della produzione, Torino, Isedi, 2018

F. Gino, Talento ribelle, Milano, Egea, 2019

A. Magone, T. Mazali, Industria 4.0: Uomini e macchine nella fabbrica digitale, Milano, Guerini, 2016

Taisch M., World Manufacturing Forum Report, Skills for the future of Manufacturing, Politecnico di Milano, 2019

M. Piattelli Palmarini, L’illusione di sapere, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1993.

D. Ceccarelli, N. Zema, Chi entra in azienda se ne accorge (e ci sceglie): stimolare il confronto in azienda ci porta al successo, Pieve di Cadore, Tiziano Editore, 2018

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