Fontaniva (PD)

SARIV Srl

Variabili imprenditoriali e manageriali:
avanzata vision strategica nella riconversione del prodotto e dei processi;
capacità di entrare in settori chiave come quello dell’automotive;
revisione, svecchiamento e accompagnamento della forza lavoro all’introduzione digitale;
capacità di relazioni con Università.

Prodotto

Rivetti a strappo ed inserti filettati

Innovazione

Digitalizzazione progressiva dei processi produttivi per ottenere dati e per arrivare alla rintracciabilità totale dei prodotti su piattaforma digitale

Business Model

Ingresso nel settore automotive, controllo risk management, passaggio da produzione standard ad azienda specializzata nel problem solving per soluzioni di fissaggio

Competenze

Selezione risorse umane collegata a competenze per il 4.0, investimento in innovazione per l'utilizzo delle interfacce digitali, inserimento di nativi digitali

Sariv nasce nel 1989 come sviluppo aziendale di un gruppo di proprietà familiare, già operante in altre industrie nel settore meccanico.

Le principali linee di prodotto sono:

  • Rivetti a strappo standard: il rivetto a strappo è un sistema di fissaggio formato da due parti assemblate tra loro: la boccola ed il chiodo. Possono essere prodotti in diversi materiali: alluminio, acciaio, inox, rame e cupronickel.
  • Rivetti a strappo speciali: ideali per applicazioni su materiali fragili o colorati, fori particolari, spessori di serraggio multipli, o per la conduzione elettrica. Disponibili nelle versioni: Multigrip, Fiore, 3Ali, Ermetici, RAL, Elettrici, Rullati.
  • Rivetti a strappo strutturali: con caratteristiche di altissima resistenza, applicati nei settori dell’automotive, dell’industria ferroviaria e della carpenteria pesante. Disponibili nelle versioni: Saribulb, Saribolt, Saribolt Plus, Sarilock, Sarilock Plus.
  • Inserti filettati: indicati quando non sia possibile accedere posteriormente alla parte da fissare.
  • Rivettatrici: lo strumento necessario per poter applicare i rivetti a strappo o gli inserti filettati. 

Sin dall’inizio i mercati di sbocco sono stati soprattutto esteri, con conseguenti decisioni di apertura nei primi anni ’90 di cinque magazzini in Polonia, Repubblica Ceca, Croazia, Slovacchia e Russia. Nel 2003 viene costruito il primo capannone di proprietà al quale viene affiancato un magazzino automatico con 5.000 posti pallet. Nel 2009 grazie agli investimenti fatti in ambito tecnologico e tecnico avviene un passaggio da azienda di produzione “seriale” legato più alla produzione standard, ad azienda specializzata nel problem solving per soluzioni di fissaggio.

Con le novità introdotte nel processo di produzione l’azienda inizia a lavorare anche per le industrie dell’automotive. Il continuo sviluppo e la necessità di aumentare il know-how aziendale porta all’acquisizione di un’azienda israeliana nel 2014 i cui macchinari vengono trasferiti nella sede di Fontaniva, permettendo di ampliare la gamma di rivetti a strappo e inserti filettati prodotti. Parallelamente si sviluppa il processo di digitalizzazione e applicazione della filosofia dell’Industria 4.0 tuttora attivo e in costante evoluzione.

 Nel 2016 viene aperto un nuovo sito produttivo accanto a quello esistente arrivando così ad avere una estensione di 9mila mq.

Soluzioni tecnologiche 4.0

Il progetto 4.0 di Sariv è basato su uno “sforzo ideativo e creativo” per uscire dalla crisi del 2008/2009 che ha portato ad un cambiamento del modello di business dell’impresa. L’innovazione si è focalizzata sulla digitalizzazione progressiva dei processi produttivi per ottenere dati e per arrivare alla rintracciabilità totale dei prodotti su piattaforma digitale. Step successivi sono stati legati alla gestione digitale, sulla stessa piattaforma, dei controlli qualità, fino ad arrivare al paperless e quindi con una gestione totale su base digitale delle informazioni del processo produttivo e delle funzioni collegate. Oltre il 70% degli investimenti per la digitalizzazione iniziale sono avvenuti pre-Calenda, con svantaggi dal punto di vista economico, ma vantaggi competitivi rispetto ai concorrenti. In questo momento tutti gli avanzamenti aziendali vengono discussi in ottica di digitalizzazione: dagli investimenti in piattaforme informatiche, al risk management dei dati, ai profili delle nuove persone inserite in azienda, tutto è collegato al 4.0.

Impatto sulla revisione del Business Model

Sariv ha fatto passi da gigante in termini di possibilità di controllo e di sviluppo dei progetti e la crescita stessa dell’azienda (fatturato e EBITDA) non sarebbe stata possibile senza tale passaggio al digitale. La digitalizzazione ha dato la possibilità all’azienda di poter avere accesso ad applicazioni impossibili da raggiungere senza la trasformazione avvenuta. Il mercato principale è divenuto l’automotive, dove il risk management è spinto, e la possibilità di ottenere dati in tempo reale per controlli real-time degli andamenti dei processi, e di gestione degli scostamenti ha fatto la differenza. “Per una azienda piccola come la nostra e con un prodotto povero, non sarebbe stato pensabile avere il “controllo” sui prodotti montati su una moltitudine di automobili se non avessimo intrapreso un percorso simile”.

Implicazioni organizzative

Sariv è divenuta caso di studio per varie Università, per organizzazioni sindacali sulla trasformazione del lavoro ed in particolare la connessione che grazie a questo processo di innovazione si è creata con il Politecnico di Milano. Punti di difficoltà più che punti deboli sono stati in fase iniziale, l’introduzione per la forza lavoro di strumenti digitali a loro prima sconosciuti. “Obiettivamente l’essere partiti così in anticipo ha fatto sì che il nostro processo sia stato più graduale e meno traumatico rispetto ad altre realtà”. L’azienda, dal lato risorse umane, non ha la dimensione necessaria per poter inserire una figura che abbia il ruolo di Chief Digital Officer, ma molte figure quali Pianificazione, Controllo, Qualità ed Ufficio Tecnico hanno modalità operative completamente differenti con l’avvento dei dati provenienti dai

vari progetti di digitalizzazione; ovviamente anche tutto il personale produttivo ora svolge le proprie mansioni con interfacce digitali e per l’utilizzo corretto e professionale sono state dedicate e continuiamo ad erogare percorsi di formazione. La decisione di passare alla digitalizzazione sia dei prodotti che dei processi è stata top-down, abbiamo però utilizzato progetti legati a quick-wins per non rendere il passaggio troppo brusco. L’introduzione massiva in produzione di ragazzi giovani (nativi digitali) ha aiutato il passaggio, anche se ha reso più sensibile la gestione del divario generazionale e di competenza tra i più e meno giovani. L’età media delle risorse umane è comunque bassa (circa 30) e questo costituisce un vantaggio nella proattività verso nuovi progetti.

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